martedì 22 luglio 2008

CAPITOLO 5

In macchina, rimasti soli lui ed Elisabeth, ricominciarono a discutere, con frasi assurde e senza senso, dettate solo dalla rabbia e dalla gelosia.
Lei pianse, ma si asciugò le lacrime prima di arrivare al cancello di casa per non farsi vedere dagli altri, che in realtà sembravano rivolgere le loro attenzioni ad un fatto insolito.
C’era qualcuno fuori dal cancello, probabilmente un ragazzo visto il modo in cui era vestito, ma non si intravedeva nulla del viso coperto con una sciarpa scura, dei grandi occhiali da sole ed un berretto con la visiera. E il tutto era molto strano visto che erano le cinque del mattino.
Arthur abbassò il finestrino con aria minacciosa –Cercavi qualcuno?- gli chiese
La persona misteriosa non rispose, gli voltò le spalle e cominciò ad allontanarsi.
Arthur sentì il sangue salirgli al cervello e vide in quella persona un pericolo per la sua casa e la sua famiglia. Scese in fretta dal’auto seguito da Edward e Michael.
Il ragazzo cominciò a correre.
Scesero dalla macchina anche le ragazze pregandoli di tornare indietro, ma non servì a nulla, continuarono a rincorrerlo, anche se lui sparì misteriosamente dietro un angolo pochi metri più avanti, nel buio di quella notte, lasciando i tre ragazzi sconcertati a chiedersi dove fosse finito, e soprattutto cosa ci facesse sotto casa loro a quell’ora di notte.
Nei giorni seguenti, non fecero altro che controllare se ci fosse qualcuno in giardino, sentivano la sua presenza ovunque. La casa era grande e non era neanche ben protetta, quell’individuo sarebbe potuto entrare in qualsiasi momento. Si raccomandarono tutti a Nicole affinchè tenesse bene d’occhio il piccolo Nicholas e lei non lo lasciava neanche un attimo, neanche quando dormiva, neanche per andare in bagno.
Ma per fortuna, quelle paure durarono solo pochi giorni, il tempo di dimenticare la figura misteriosa e tutto sembrò tornare alla normalità.
Ma proprio quando ormai quell’episodio sembrava scordato, una sera, Arthur ed Elisabeth, tornando da lavoro lo rividero in giro per la strada che portava al loro cancello.
-Guarda, Arthur, di nuovo quel tipo!- esclamò lei scorgendolo dal finestrino.
Appena si accorse della loro auto, il ragazzo cominciò a correre. Arthur mise velocemente la retromarcia e gli tagliò la strada seriamente intenzionato a non lasciarselo sfuggire di nuovo.
Lui scavalcò la parte anteriore della macchina e ricominciò a correre. Arthur scese in fretta e lo seguì.
-Arthur, ma dove vai? Cosa vuoi fare?- gridò Elisabeth preoccupata cercando di fermarlo, ma lui non la ascoltò neanche.
Lei era immobilizzata dal panico, quel ragazzo poteva essere chiunque e poteva essere armato.
Seriamente in ansia per suo fratello, cominciò a correre anche lei per cercare di fermarlo.
Intanto Arthur era riuscito a raggiungerlo e lo aveva immobilizzato con un braccio intorno al collo.
-Chi sei? Cosa vuoi da noi?- gli chiese minaccioso ancora col fiatone.
Il ragazzo non rispose, così lui strinse la presa del suo braccio
–Che c’è? Sei muto forse? Credimi ti conviene parlare, lo dico per il tuo bene!-
-Lascialo, Arthur!- gli ordinò sua sorella
Ancora nessuna risposta.
-Parla ti ho detto!- gli urlò ancora Arthur, ma niente.
-Lascialo, Arthur, cosa vuoi fare? Magari è straniero, non ti capisce neanche!- lo supplicò lei
-Ok, ora vediamo subito- le rispose.
Lo spinse contro il muro e cercò di spostargli la sciarpa dal viso, ma il ragazzo lo colpì forte con un pugno allo stomaco e poi un altro in faccia, senza neanche dargli il tempo di reagire, poi scappò via.
Elisabeth si era coperta gli occhi, per un attimo aveva temuto il peggio, aveva avuto paura che la cosa potesse finire male, ma era chiaro che l’unico scopo del ragazzo fosse fuggire via.
Si guardarono l’uno con l’altra, mentre quella storia cominciava ad infittirsi di mistero.
-Non diciamo niente a casa, ok, sono già tutti spaventati- gli propose Elisabeth
-Ok- sussurrò lui ancora dolorante -ma se lo vedo di nuovo lo ammazzo-
Passarono ancora giorni. Della persona misteriosa nessuna traccia. Intorno alla sua figura, erano nate le ipotesi più impensabili, dal ladro al rapitore di bambini, fino ad arrivare a qualche amante segreto di una delle cameriere.
Elisabeth era rimasta abbastanza impaurita da questa cosa e dalle suggestioni che ormai tutti si facevano, così le tensioni tra lei e Michael aumentarono a dismisura, perché lei avrebbe voluto che facesse in modo di essere a casa la notte.
Invece, in comunità, c’era sempre bisogno di lui, e così, quando non c’era, e cioè quasi sempre, Elisabeth era costretta a chiedere a suo padre di dormire con lei e Nicholas..

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